C’è un paradosso per la donna nel terzo millennio
«Abbiamo le mestruazioni e ci guardano dall’alto in basso perché siamo emotive durante il ciclo (“Eh, ha la sindrome premestruale”). E quando siamo impassibili veniamo considerate “mascoline” e “fredde”.»
«Ci viene chiesto di essere magre come stecchini, eppure veniamo giudicate poco se non abbiamo seni prosperosi o grandi sederi.»
«Se non parliamo allora è “colpa nostra” se non abbiamo ottenuto la promozione, il posto, il progetto o l’aumento di stipendio, ma se parliamo e lo otteniamo siamo “prepotenti” o “stronze”.»
«Veniamo giudicate male per essere donne lavoratrici e poco presenti per la nostra prole, ma veniamo giudicate anche se siamo mamme casalinghe e non lavoriamo. E ancora peggio se non siamo madri.»
«Forse il più grande paradosso è che sono le donne a mettere al mondo gli uomini (e tutti gli esseri umani) e, dopo essere stati portati nei nostri uteri per nove mesi, partoriti, allattati, cresciuti principalmente da donne, ci sono ancora uomini che ci opprimono…»
Viviamo in una società che resta patriarcale, fino a quando non la sovvertiamo