Giornalismo sul campo: scrivere di diritti umani

 FIRE – Festival d’inchiesta e reportage giornalistico 
Una delle missioni del giornalismo è raccontare quando i diritti umani vengono violati e calpestati. Oggi è ancora più necessario farlo sul campo per seguire in prima persona le storie che raccontiamo. Come nasce un’inchiesta? E come si scrive di diritti umani?
Il Centro di giornalismo permanente propone all’interno di FIRE, Festival d’inchiesta e reportage giornalistico, “Giornalismo sul campo: scrivere di diritti umani”, un workshop gratuito di 8 ore in programma il 22, 23, 24 e 25 giugno dalle 17 alle 19 presso la Biblioteca Goffredo Mameli e il Circolo Arci Sparwasser a Roma.
Durante il corso verranno dati agli iscritti gli strumenti necessari per potere svolgere inchieste e reportage sul campo in diversi formati: dal podcast all’articolo scritto, dal video al reportage fotografico. Il workshop si focalizzerà sui lavori d’inchiesta e reportage a cura del CGP che verranno presentati durante il Festival.
Il corso, gratuito, è tenuto dai giornalisti del Centro di giornalismo permanente. Le iscrizioni apriranno giovedì 9 giugno e sarà riservato alle prime 20 persone che effettueranno l’iscrizione. Al termine verrà rilasciato un attestato a coloro che avranno seguito almeno tre lezioni in presenza. Nei prossimi giorni verrano date maggiori informazioni sulle modalità di partecipazione.
Il Centro propone un workshop di 8 ore diviso nei 4 moduli seguenti:
Mercoledì 22 giugno, ore 17-19, Biblioteca Goffredo Mameli –>
Come si scrive di filiera agroalimentare e caporalato
Con Giovanni Culmone, Maurizio Franco e Maria Panariello
Giovedì 23 giugno, ore 17-19, Biblioteca Goffredo Mameli –>
Come si scrive di violenza di genere
Con Federica Delogu e Claudia Torrisi
Venerdì 24 giugno, ore 17-19, Circolo Arci Sparwasser –>
Come si scrive di carceri
Con Madi Ferrucci
Sabato 25 giugno, ore 17-19, Circolo Arci Sparwasser –>
Come si scrive di migrazioni
Con Daniele Ruzza, Filippo Poltronieri e Ludovico Tallarita
La grafica è, come sempre, di Stefano Sbrulli