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Per fermare la guerra cosa siamo disposti a fare? Incontro pubblico

Per fermare la guerra cosa siamo disposti a fare? Incontro pubblico SABATO 27/05 2023

Per fermare la guerra cosa siamo disposti a fare?
I firmatari dell’appello “Fermare la guerra, imporre la pace” invitano a discuterne in un incontro pubblico sabato 27 maggio a Roma, dalle ore 10:00 al Nuovo Cinema Aquila (via L’Aquila, 66 – zona Pigneto).
Per:
• fermare l’invio di armi italiane in Ucraina;
• sostenere le proposte di negoziati di pace di Cina e Vaticano;
• sganciarsi dall’economia di guerra;
• sottrarre i territori italiani al coinvolgimento militare.
Info: imporrelapace@gmail.com
Di seguito, il testo dell\’appello “Fermare la guerra, imporre la pace”
***
Fermare la guerra, imporre la pace
I resoconti del dibattito pubblico e gli atti dei governi insistono su un solo tasto: proseguire la guerra in Ucraina fino alla sconfitta o alla vittoria dei contendenti. A tale scopo vanno inviate armi sempre più potenti sul fronte bellico.
In mezzo a questo frastuono guerrafondaio, a livello mondiale si sono levate due voci ufficiali nel sostenere che, al contrario, va ricercata la strada del negoziato e il raggiungimento della pace attraverso necessarie mediazioni e la cessazione dei combattimenti: il Pontefice e il governo cinese.
Il primo con tentativi diplomatici contrastati apertamente all’interno ma soprattutto all’esterno del Vaticano. Il piano di pace del Pontefice insiste sulla protezione della vita delle persone e sul divieto per i paesi stranieri a rifornire armi alle parti in conflitto. Infine emerge l’attenzione a costruire un unico spazio socio-economico equo rispettando la cultura, la lingua, la nazionalità e la fede di ogni persona.
Il secondo con un documento dettagliato e adeguato al fine di mettere fine alla guerra in corso e impedire quelle future. La proposta di pace cinese, nei primi due punti sostiene che “il diritto internazionale universalmente riconosciuto, compresi gli scopi ed i principi della Carta delle Nazioni Unite, deve essere rigorosamente osservato”; chiede di “Rimanere impegnati a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi.
L’uguaglianza sovrana e la non ingerenza negli affari interni sono principi basilari del diritto internazionale e le norme più fondamentali che regolano le relazioni internazionali contemporanee”; chiede infine che “La sicurezza di un Paese non deve essere perseguita a spese di altri”.
Ma anche questa proposta ‒ supportata da concrete iniziative diplomatiche ‒ è stata rapidamente liquidata e ignorata da tutti i governi coinvolti nella guerra in Ucraina.
Eppure sono questi gli sforzi e i percorsi che meritano di essere sostenuti da tutti coloro che sono consapevoli che la politica dei fatti compiuti e dell’escalation militare può solo peggiorare la situazione, e portarla a punti di rottura ancora più pericolosi di quanto lo sia oggi il conflitto in Ucraina.
E sui pericoli di una possibile escalation e la necessità di disinnescarla, hanno preso più volte la parola eminenti analisti militari provenienti dalle file delle forze armate, anch’essi inascoltati.
La situazione, quindi, appare ancora più paradossale se si pensa che, stando ai sondaggi, l’opinione pubblica di alcuni paesi maggiormente coinvolti nel conflitto – come il nostro – è contraria al perseverare delle scelte belliciste da parte del propri o governo ed auspica una via diplomatica all’uscita dal conflitto.
Tanto più che il protrarsi del conflitto senza prospettive di una soluzione accentua i rischi di estensione causati da incidenti, e fra questi aggrava i pericoli di ricorso alle armi nucleari, che si sono via via esasperati nel corso degli ultimi anni, ma rischiano di diventare incontrollabili nel corso di un conflitto armato.
Serve uno scatto di reni tra tutte le forze, le personalità e i governi che – sia in Europa che nel resto del mondo – sentono la responsabilità di dover fare di tutto per fermare la guerra e imporre la pace.
È il momento per esigere da tutte le parti un immediato cessate il fuoco e l’avvio di trattative di pace senza pregiudizi. Se non ora quando?

Nuovo Cinema Aquila

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 Via l'Aquila, 68, 00176 Roma RM
Telefono+39 06 45541398
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