Le tecnologie incidono sul corpo delle donne in maniera radicale e decisiva. Il pensiero femminista si è fin da subito interessato del loro potenziale senza, però, tralasciarne le criticità, chiedendosi se, effettivamente, la tecnologia favorisca o assoggetti il corpo delle donne e la loro piena autonomia decisionale. Esse vanno a recidere il legame tra
procreazione e sessualità, manipolano i corpi e li assoggettano a un controllo farmacologico da
cui spesso è difficile uscire, consegnano alla medicina il controllo dei processi riproduttivi.
procreazione e sessualità, manipolano i corpi e li assoggettano a un controllo farmacologico da
cui spesso è difficile uscire, consegnano alla medicina il controllo dei processi riproduttivi.
Le tecnologie sono uno strumento dell’autodeterminazione femminile o dell’espansione di un nuovo patriarcato che si afferma attraverso l’interconnessione di scienza, medicina e mercato?
Di questo e tanto altro parla il nuovo libro di Laura Tripaldi, Gender Tech (Laterza) che siamo felicissim* di ospitare il 19 ottobre insieme a Claudia Durastanti.
Un momento di dialogo e confronto sul rapporto tra genere e tecnica che abbiamo voluto rendere più interattivo e trasformativo con il workshop “Speaking Bitterness”, a cura di Giulia Tomasello. @almafemale
Speaking Bitterness – ALMA
Speaking Bitterness, come è stata chiamata la pratica di autocoscienza femminista, è un gioco di carte che permette a un circolo di persone oppresse di genere di creare il proprio rituale in uno spazio sicuro di condivisione. L’autocoscienza è un’esperienza intensa, in cui gli elementi sistemici della violenza emergono e danno senso alle esperienze individuali. Il gioco di carte incoraggia la narrazione e l’ascolto reciproco. Il lab prevede una sottoscrizione libera ed è aperto solo per persone con vulva ed esperienze ginecologiche.
Speaking Bitterness, come è stata chiamata la pratica di autocoscienza femminista, è un gioco di carte che permette a un circolo di persone oppresse di genere di creare il proprio rituale in uno spazio sicuro di condivisione. L’autocoscienza è un’esperienza intensa, in cui gli elementi sistemici della violenza emergono e danno senso alle esperienze individuali. Il gioco di carte incoraggia la narrazione e l’ascolto reciproco. Il lab prevede una sottoscrizione libera ed è aperto solo per persone con vulva ed esperienze ginecologiche.
Seguono selezioni musicali di @stellaartwaaaa aka VELIA

https://portale.arci.it/preadesione/30formiche/