Mercoledì 27 settembre, a partire dalle ore 19.30, presentazione del libro 𝙂𝙚𝙣𝙙𝙚𝙧 𝙩𝙚𝙘𝙝. 𝘾𝙤𝙢𝙚 𝙡𝙖 𝙩𝙚𝙘𝙣𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤𝙡𝙡𝙖 𝙞𝙡 𝙘𝙤𝙧𝙥𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙙𝙤𝙣𝙣𝙚 (Laterza)
con:
Laura Tripaldi, autrice, scienziata e scrittrice. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienza e Nanotecnologia dei Materiali. Ha pubblicato Menti parallele. Scoprire l’intelligenza dei materiali (effequ 2020, tradotto in inglese nel 2022) e Corpi ambigui. Sguardi, genere, tecnologia (Einaudi, 2021).
Donata Columbro, giornalista, formatrice e scrittrice. Per il suo modo accessibile e inclusivo di divulgare la cultura dei dati è stata definita una “data humanizer”. Collabora con «L’Essenziale» e «La Stampa», per cui cura la rubrica Data Storie. Insegna Data Visualization all’università Iulm, tiene un corso di Data Humanism per la Scuola Holden ed è tra i docenti del Master di Giornalismo di Torino. Ogni mercoledì pubblica una newsletter su dati, algoritmi e tecnologia. Il suo primo libro è Ti Spiego il Dato (Quinto Quarto); nel 2022 ha pubblicato Dentro l’algoritmo. Le formule che regolano il nostro tempo (effequ).
Quali sono i lati nascosti delle ‘tecnologie di genere’ come pillola contraccettiva, test di gravidanza o ecografia? Tutti questi dispositivi hanno certamente promosso emancipazione e liberazione dai vincoli della ‘natura’. Eppure, hanno anche aperto le porte a nuove e più subdole forme di violenza e discriminazione. Una delle più originali intellettuali della nuova generazione, scienziata e femminista, ci racconta gli aspetti più controversi di queste tecnologie e ci invita a riflettere sul loro significato culturale e politico.
Tecnologie come la pillola contraccettiva, il test di gravidanza, l’ecografia a ultrasuoni e le app di period tracking hanno radicalmente trasformato il rapporto delle donne con i loro corpi. Hanno garantito una sempre maggiore emancipazione, favorendo l’autodeterminazione riproduttiva e liberando dai vincoli imposti dalla ‘natura’. Si tratta, tuttavia, di un progresso tecnologico che ha mostrato anche ricadute oppressive: dagli effetti collaterali degli ormoni sintetici, ancora poco conosciuti, al controllo della fertilità nelle popolazioni più fragili; dall’uso dell’ecografia come arma della propaganda anti-abortista alla monetizzazione dei dati personali sensibili. Ogni volta che il corpo femminile si è aperto all’indagine dello sguardo scientifico, ha corso il rischio di essere oggettificato. Lungi dall’essere strumenti neutri, questi dispositivi non riescono a liberarsi dalle tracce della cultura patriarcale che li ha prodotti: dietro alle loro promesse di emancipazione nascondono la capacità di esercitare un controllo sempre più capillare sulla vita privata delle donne.
Ingresso gratuito
Sparwasser, via del Pigneto 215, Roma Est